Comunicato stampa, 09 aprile 2011
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CROCIFISSO, LEGA NORD. CECCONI:
“DAL PAGANESIMO CELTICO ALL’OSCURANTISMO
CATTOLICO IN MENO DI DIECI ANNI”
Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna,
in merito alla proposta di legge regionale di affiggere
un crocifisso in ogni stanza degli edefici pubblici.
“La Lega Nord andrebbe studiata dal punto di vista antropologico, perché rappresenta un caso più unico che raro di drastica involuzione culturale. In meno di dieci anni, ovvero da quando ha annusato il potere a Roma, è passata dal paganesimo celtico all’oscurantismo cattolico, dalle ampolle d’acqua santificate alle sorgenti del Po al crocifisso appeso in ogni stanza di ogni edificio pubblico”, così Maurizio Cecconi, portavoce, che continua: “Sbaglieremmo nel cercare la coerenza e un senso profondo nelle sue proposte; la loro continuità è nel carattere forcaiolo con cui le decora e presenta: dalla caccia ai migranti, alle ronde, alle multe salate per chi disobbedisce all’imposizione di esporre il crocifisso”.
“Dal punto di vista della fede cristiana la riduzione del crocefisso a simbolo della “nostra” tradizione è una banalizzazione e uno snaturamento. Dal punto di vista sociale è una indebita intrusione confessionale nello spazio pubblico, che appartiene ugualmente a cristiani e non cristiani, credenti e non credenti”.
“L’imposizione del crocifisso negli uffici pubblici sarebbe l’ennesima prepotenza della politica nei confronti dei cittadini della nostra regione. Mentre non esiste alcuna legge che imponga l’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici (Corte Cost., ordinanza 389 del 15 dicembre 2004), ricordiamo che esistono già simboli rappresentativi di tutti: il tricolore (art. 12 Cost.) e l’emblema della Repubblica. Quel tricolore e quell’emblema della Repubblica che i leghisti hanno insultato, uscendo dalla sala del Consiglio Regionale durante le commemorazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”.
“Infine sarebbe utile che la Lega Nord si rileggesse la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, piuttosto che citarla a vanvera. Strasburgo ha chiaramente ricordato che il crocifisso è un simbolo religioso, dunque parziale e non rappresentativo della totalità dei cittadini di uno Stato, e non come millantano i leghisti un simbolo culturale di unità nazionale”.