Rete Laica Bologna

Discorso della Rete Laica al Pride nazionale di Bologna 2012

J settembre 2012
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Intervento di Guido Armellini, presidente della Chiesa Evangelica Metodista, a nome della Rete Laica Bologna.

Sono molto contento di portare l’adesione della Rete Laica al Pride 2012. Laicità vuole dire prima di tutto diritto alla diversità. Diritto a essere liberamente se stessi. Voi avete messo al centro del Pride questo diritto. Non il diritto di una categoria o di una corporazione, ma il diritto di ognuno e ognuna di noi. Diritto di vivere la propria unicità. Quello che fa ognuno e ognuna di noi diverso da tutti gli altri. Quello che rende ognuna, ognuno di noi insostituibile. Perché come lui (o lei) c’è soltanto lui (o lei), e non ce n’è nessun altro.

Chi cerca di cancellare questa diversità vuole un mondo totalitario. Un mondo senza novità e senza allegria. Un mondo morto. E infatti può ancora capitare che chi vive apertamente la sua diversità subisca violenza, o sia discriminato, o venga messo a morte.

Voglio dirvi che siamo con voi perché il Parlamento italiano approvi finalmente una legge contro l’omofobia.

Come Rete Laica abbiamo scelto lo slogan “Liberi di scegliere”. Ci sono campi in cui nessuno deve poter scegliere per noi. Proprio nessuno. Neppure quelli che credono di possedere la verità. Neppure quelli che credono di sapere che cosa è sacro e che cosa è “contro natura”.

Dicono: la vita è sacra, e non sopportano che una persona possa scegliere liberamente di morire con dignità.

Dicono: la procreazione è sacra, e non sopportano che una donna possa scegliere liberamente se mettere al mondo un figlio.

Dicono: la famiglia è sacra, e non sopportano che una persona possa condividere liberamente la sua vita con le persone che ama. Quelli che dicono che la famiglia è sacra dovrebbero leggere la Bibbia. Scoprirebbero che anche in quel libro non c’è nessuna Sacra Famiglia ma ci sono tanti tipi di famiglia. E tutti questi tipi di famiglia funzionano abbastanza male. Compresa la famiglia di Gesù. Non esiste La Sacra Famiglia. Esistono le famiglie. Esistono i concreti esseri umani. Esistono l’amore e la solidarietà che ci fanno vivere insieme, se lo desideriamo.

Come Rete Laica siamo con voi per affermare il diritto al riconoscimento di tutte le coppie e di tutte le famiglie, senza distinzioni e senza gerarchie.

No alla “sacra famiglia” obbligatoria. Sì alle famiglie sacre e alle famiglie profane, alle famiglie plurali, libere e responsabili!


Libero teatro in libero Stato

J febbraio 2012
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RETE LAICA
COMUNICATO STAMPA
17 FEBBRAIO 2012

Libero teatro in libero Stato

Rete Laica in merito alle dichiarazioni “Sul concetto di volto nel figlio di Dio”
spettacolo di Romeo Castellucci in scena a Casalecchio.

Ancora una volta assistiamo alle solite stantie espressioni di intolleranza senza valide motivazioni. Questa volta da parte del cardinale Caffarra che ha bollato, scomunicato, definito blasfemo lo spettacolo di Romeo Castellucci e della Societas Raffaello Sanzio in programma oggi a Casalecchio, forse senza nemmeno averlo visto. Stessa intolleranza senza costrutto nelle richieste della consigliera regionale Noè, che giunge ad esigere esplicitamente un inaccettabile intervento repressivo della libertà di espressione artistica.

Simili richieste sembrano fare appello a una visione autoritaria della società, caratterizzata da fondamentalismo religioso e oscurantismo culturale. Ma fortunatamente in uno stato democratico ognuno è libero di assistere a qualsiasi rappresentazione teatrale e di maturare autonomamente un proprio giudizio in proposito, ed è altrettanto libero di non parteciparvi, se presume che ciò che avviene in scena lo possa infastidire.

Nella coincidenza della triste ricorrenza dell’anniversario della condanna di Giordano Bruno, non possiamo che ribadire e sostenere la massima garanzia alla libertà di pensiero e di scelta, fondamento della laicità e base di una società democratica.

Esprimiamo al regista Romeo Castellucci, alla compagnia Societas Raffaello Sanzio e alle direzioni dei teatri, la nostra solidarietà per i violenti attacchi integralisti che da troppo tempo stanno subendo e auguriamo a loro ed a noi tutti che si possa continuare a praticare – e a fruire di – un libero teatro in un libero Stato.

Le donne e gli uomini della
Rete Laica di Bologna


La legge contro il biotestamento sta per tornare alla Camera dei Deputati

J luglio 2011
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Il 5 luglio prossimo riprenderà la discussione in merito al ddl Calabrò, la legge liberticida e crudele che vieterà il testamento biologico e toglierà valore giuridico alla volontà degli individui.

Per protestare, consigliamo di diffondere il seguente video

e di scrivere delle email di contestazione. Qui le info necessarie.

Prima che sia troppo tardi.

Testamento biologico. Liberi di scegliere

[Invita amici e amiche
grazie all’evento su Facebook
]

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Il rovescio dei diritti – Intervista

J giugno 2011
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Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna, è stato ospite dell’Antipasto, trasmissione di approfondimento di Radio Città Fujiko.

S’è parlato di Europride Roma 2011, dell’omofobia e di come contrastarla, del referendum sui finanziamenti del Comune di Bologna alle scuole private cattoliche, del registro dei testamenti biologici.

Buon ascolto!

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Il crocifisso di Stato

J aprile 2011
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Segnaliamo la recensione del libro “Il crocifisso di Stato” di Sergio Luzzatto. L’autrice della recensione è la nostra Anna Grattarola.

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Recensione di “Habemus Papam”, regia di Nanni Moretti

J aprile 2011
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L’inquadratura più riuscita è quella su una finestra vuota di San Pietro con i pesanti tendaggi rossi che sbattono lievemente al vento. La scena più geniale, quella della Guardia Svizzera mandata ad animare una stanza che altrimenti sarebbe vuota e a smuovere i drappeggi delle tende, dietro le finestre degli appartamenti papali, per simulare la presenza del Papa e, così, tenere viva l’attesa del popolo, il quale continua ad affollare Piazza San Pietro. L’attore più intenso fino a commuovere è Michel Piccoli, che interpreta il Papa appena eletto. Il personaggio più contento è lo psicoanalista, impersonato da Nanni Moretti, impegnato a organizzare un torneo di pallavolo con i Cardinali.

“Habemus Papam” è un film molto bello. Non è un film sulla religione, non esprime una contrapposizione fra ragione e fede; e non è un film sul potere della Chiesa, né qui troveranno conforto gli spiriti laici. Non so se sia il miglior film di Moretti, ma so che si può rimanere folgorati – io lo sono stata – di fronte alla risposta: “Non sono all’altezza”, che il neo eletto Papa, il cardinale Melville, dà alla domanda dello psicoanalista: “Lei lo vuole fare il Papa?”.
(altro…)


Crocifisso, Lega Nord. Dal paganesimo celtico all’oscurantismo cattolico in meno di dieci anni

J aprile 2011
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Comunicato stampa, 09 aprile 2011
(Scarica e diffondi)

CROCIFISSO, LEGA NORD. CECCONI:
“DAL PAGANESIMO CELTICO ALL’OSCURANTISMO
CATTOLICO IN MENO DI DIECI ANNI”

Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna,
in merito alla proposta di legge regionale di affiggere
un crocifisso in ogni stanza degli edefici pubblici.

“La Lega Nord andrebbe studiata dal punto di vista antropologico, perché rappresenta un caso più unico che raro di drastica involuzione culturale. In meno di dieci anni, ovvero da quando ha annusato il potere a Roma, è passata dal paganesimo celtico all’oscurantismo cattolico, dalle ampolle d’acqua santificate alle sorgenti del Po al crocifisso appeso in ogni stanza di ogni edificio pubblico”, così Maurizio Cecconi, portavoce, che continua: “Sbaglieremmo nel cercare la coerenza e un senso profondo nelle sue proposte; la loro continuità è nel carattere forcaiolo con cui le decora e presenta: dalla caccia ai migranti, alle ronde, alle multe salate per chi disobbedisce all’imposizione di esporre il crocifisso”.

“Dal punto di vista della fede cristiana la riduzione del crocefisso a simbolo della “nostra” tradizione è una banalizzazione e uno snaturamento. Dal punto di vista sociale è una indebita intrusione confessionale nello spazio pubblico, che appartiene ugualmente a cristiani e non cristiani, credenti e non credenti”.

“L’imposizione del crocifisso negli uffici pubblici sarebbe l’ennesima prepotenza della politica nei confronti dei cittadini della nostra regione. Mentre non esiste alcuna legge che imponga l’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici (Corte Cost., ordinanza 389 del 15 dicembre 2004), ricordiamo che esistono già simboli rappresentativi di tutti: il tricolore (art. 12 Cost.) e l’emblema della Repubblica. Quel tricolore e quell’emblema della Repubblica che i leghisti hanno insultato, uscendo dalla sala del Consiglio Regionale durante le commemorazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”.

“Infine sarebbe utile che la Lega Nord si rileggesse la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, piuttosto che citarla a vanvera. Strasburgo ha chiaramente ricordato che il crocifisso è un simbolo religioso, dunque parziale e non rappresentativo della totalità dei cittadini di uno Stato, e non come millantano i leghisti un simbolo culturale di unità nazionale”.

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Associazionismo laico, comunicato stampa sul crocifisso nelle aule scolastiche

J aprile 2011
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Comunicato sulla Sentenza
Lautsi contro Italia della Grande Chambre
della Corte Europea dei Diritti Umani

Il 18 marzo 2011 la Grande Chambre della Corte Europea dei Diritti Umani ha deciso definitivamente il caso Lautsi c. Italia.

Il ricorso della signora Lautsi chiedeva alla Corte di accertare che la decisione della scuola di non rimuovere il crocifisso dall’aula scolastica ove facevano lezione i propri figli violava l’obbligo per le autorità statali di rispettare il diritto dei genitori a garantire l’insegnamento e l’educazione dei propri figli in conformità con le proprie convinzioni religiose e filosofiche ed il diritto di libertà religiosa.

La Seconda Sezione della Corte, a novembre 2009, aveva ritenuto che la presenza del crocifisso violasse i diritti della ricorrente e la libertà di coscienza di coloro che sono i destinatari dell’attività di proselitismo. La Grande Chambre ha deciso in senso contrario.

La recente sentenza ha deciso di prendere le distanze da quella della sezione semplice su due punti: (a) l’impossibilità di ritenere ragionevolmente che un simbolo religioso alla parete della classe abbia o meno effetto sui giovani la cui convinzioni sono in via di formazione (b) che, nell’applicazione della Convenzione Europea sui Diritti Umani, vi è un margine di apprezzamento di ogni Stato contraente relativamente alla decisione di (b1) proseguire una tradizione, (b2) organizzare l’ambiente scolastico, (b3) dare preponderante visibilità ad una religione se non si configura un indottrinamento.

Tale margine di apprezzamento sarebbe confermato dal fatto che non vi è una normazione o una prassi comune ai diversi Stati europei circa l’esposizione (o meno) di simboli religiosi nelle scuole.

La sentenza ci pare argomentata in maniera meno completa e meno rigorosa di quella della seconda sezione e l’opinione dissenziente espressa dai giudici Malinverni e Kalaydjeva illustra bene i passaggi critici. Sicuramente il dibattito giuridico non è destinato a sopirsi.

E’ grave e preoccupante che la Corte abbia evitato di esaminare, come sarebbe stato doveroso, la questione della violazione dell’art. 9 della Convenzione nella prospettiva del diritto degli scolari a credere o a non credere, ritenendo che non sussista alcuna distinzione rispetto alla violazione dell’articolo 2 del protocollo n. 1. Il diritto degli scolari a credere o non credere in una religione aveva assunto, invece, grande rilievo nella sentenza della seconda sezione della Corte di Strasburgo.

D’altra parte, la sentenza non approva la posizione del Governo, i cui argomenti difensivi sono stati in gran parte contestati dalla Corte, ma si limita a riportare, per ora, il dibattito giuridico e politico nei confini nazionali. Con alcune significative prese di posizione: (a) il crocifisso rappresenta indubbiamente e primariamente un simbolo religioso, (b) l’esposizione del crocifisso privilegia una religione sulle altre, (c) l’esistenza di una tradizione non esime lo Stato dal rispetto dei diritti (d) lo Stato si deve comunque far carico di garantire che gli atti e i comportamenti dell’istituzione scolastica siano pluralisti e inclusivi. Qui la Corte europea, dato atto del contrasto nella giurisprudenza nazionale, pare invitare con garbo i giudici italiani a rivedere alcune affermazioni pregiudizialmente favorevoli all’esposizione del Crocifisso e a valutare con attenzione i casi concreti alla luce della Costituzione e della legislazione nazionale.

Ringraziamo la famiglia Albertin-Lautsi per l’impegno profuso in questi anni per far valere un diritto ed un principio che appartengono a tutti noi.

Non muta la nostra preoccupazione che attraverso la presenza di un simbolo religioso nei locali scolastici si possa giustificare il privilegio di una religione “prevalente” e dunque favorire una predominanza della chiesa cattolica romana e delle sue gerarchie nella realtà sociale e politica italiana, come più volte in questi anni abbiamo dovuto constatare e denunciare. Si accentua la nostra preoccupazione per l’atteggiamento dei Governi e della c.d. opposizione politica, che rivela l’intento di conservare una sorta di gerarchia di fedi religiose con al vertice il cattolicesimo, ex religione di stato detronizzata di diritto, a seguito della revisione pattizia del 1984, ma di fatto sempre dominante, e via via le altre religioni o convinzioni personali.

Una visione lungimirante della nostra storia e della nostra società ci induce a continuare ad impegnarci con maggiore determinazione per ottenere un pluralismo inclusivo e un sistema di garanzie capace di assicurare la laicità e la neutralità delle istituzioni civili.

CGD – Coordinamento Genitori Democratici Onlus, Angela Nava
CIDI – Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti, Sofia Toselli
Comitato bolognese Scuola e Costituzione, Bruno Moretto
Coordinamento Nazionale delle Consulte per la Laicità delle Istituzioni, Tullio Monti
Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni, Tullio Monti
Consulta Romana per la Laicità delle Istutuzioni, Flavia Zucco
FNISM – Federazione Nazionale degli Insegnanti, Gigliola Corduas
MCE – Movimento di Cooperazione Educativa, Maria Cristina Martin
Scuola per la Repubblica, Antonia Sani
UAAR – Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, Raffaele Carcano
Rete Laica Bologna, Maurizio Cecconi
Fondazione Critica Liberale, Enzo Marzo
Associazione Italialaica.it, Mirella Sartori
Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno”, Maria Mantello
C.I.E.I. – Comitato Insegnanti Evangelici Italiani, Lidia Goldoni
Movimento d’azione Giustizia e Libertà, Antonio Caputo
Associazione nazionale Liberacittadinanza, Maria Ricciardi Giannoni
Democrazia Laica, Enrico Modigliani
Associazione “31 ottobre per una scuola laica e pluralista, promossa dagli evangelici italiani”, Nicola Pantaleo
CRIDES – Centro Romano di Iniziativa per la Difesa dei Diritti nella Scuola, Antonia Sani
Comitato Torinese per la Laicità della Scuola, Cesare Pianciola

[Scarica il comunicato]

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Pd finanzierebbe restauro di S. Stefano, monaci rispondono “No, grazie”

J marzo 2011
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E’ una di quelle vicende che non si sa se piangere o ridere.

Il Pd vorrebbe organizzare una Festa dell’Unità in piazza Santo Stefano e devolvere i ricavi, affinché sia restaurata la basilica dei monaci benedettini. La festa coinciderebbe, guarda caso, con la campagna elettorale e avrebbe tutto il sapore di un messaggio all’elettorato cattolico e alla Curia. Curia che è esentata dal pagamento dell’ICI persino per gli immobili ad uso commerciale.

Curia che è il primo proprietario immobiliare della città, con oltre 3.000 tra appartamenti, edifici, palazzi di prestigio. Curia che in dieci anni dal Comune di Bologna ha ricevuto non meno di 5 milioni di euro, come contributo derivante dagli oneri di urbanizzazione secondaria.

I monaci hanno risposto: “No grazie, c’è rischio di strumentalizzazioni”.

Non si sa se piangere per l’assenza di un profilo laico in una forza politica così importante. Che garanzie di laicità può dare un partito che finanzia, seppur solo per una singola iniziativa, una confessione religiosa?

Infine non si sa se ridere per l’ironia della storia: i più laici sono stati monaci.

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Adesione alla manifestazione in difesa della scuola pubblica e della Costituzione

J marzo 2011
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Comunicato stampa, 09 Marzo 2011
(Scarica e diffondi)

MANIFESTAZIONE 12/03. CECCONI:
“SÌ ALLA SCUOLA PUBBLICA, NO AI FINANZIAMENTI
ALLE PRIVATE: SIAMO TUTTI RETROGUARDIE”.

Maurizio Cecconi, portavoce della Rete Laica Bologna,
in merito alla manifestazione prevista per sabato 12 marzo
a Bologna
, in difesa della scuola pubblica e della Costituzione.

“Il Comitato Articolo 33 – di cui la Rete Laica Bologna fa parte -promuove un referendum consultivo sui finanziamenti del Comune di Bologna alle scuole private paritarie. Crediamo infatti che la priorità dell’Amministrazione debba essere quella di garantire il diritto costituzionale alla scuola pubblica: ogni anno più di 200 bambini e bambine la chiedono ma non la ottengono, finiscono nelle liste d’attesa e vengono infine dirottati alle scuole private. Il Comune finanzia le scuole private, ogni anno, con 1.055.000 euro, che potrebbero invece essere spesi per migliorare la qualità delle nostre scuole dell’infanzia”, così Maurizio Cecconi, portavoce, che continua: “I fautori dei finanziamenti alle scuole private hanno definito la proposta di ridare la parola ai cittadini come “una battaglia di retroguardia””.

“Noi, che siamo persone serie, abbiamo riflettuto. Ci siamo chiesti: cosa pensavano di questo tema “gli antichi” e cosa pensano oggi “i moderni”? Ecco i risultati di una breve indagine”.

“I retroguardisti: Piero Calamandrei, discorso all’Associazione a difesa della scuola nazionale: “L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico””.

“Gli avanguardisti: Benedetto XVI, discorso al Centro studi per la scuola cattolica: “Nel contesto del rinnovamento a cui si vorrebbe tendere da chi ha a cuore il bene dei giovani e del Paese, occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie, che consenta ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare””.

“Abbiamo scoperto di essere inequivocabilmente dei retroguardisti. E ne siamo fieri!

“Aderiamo dunque alla manifestazione del 12 marzo in difesa della scuola pubblica e della Costituzione e porteremo in piazza le ragioni di chi difende la laicità delle Istituzioni, tanto dai tagli quanto dagli attacchi ideologici e clericali”.

Il volantino che Rete Laica Bologna distribuirà alla manifestazione del 12 marzo

[Scarica il volantino]

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La Rete Laica di Bologna è un tavolo informale d'incontro, di discussione, di proposta e di mobilitazione per difendere ed estendere la laicità delle istituzioni bolognesi e italiane. Vi partecipano associazioni e singoli/e.

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